Critiche
La pittura di Gabriella Rossi e' animata da un energia incredibile.Il segno e' morbido ma incisivo.La differenza tra l'artista e l' artigiano e' che il.primo fa pensare il secondo arreda.Gabriella Rossi e'artista con la A maiuscola.
HIPNOS pittore metafisicoGabriella Rossi è una Pittrice. Preferisco usare il termine pittrice piuttosto della abusata definizione di artista nella convinzione di renderle merito. Oggi artista è termine vacuo che significa tante, forse troppe cose. Gabriella Rossi ama la pittura e di questa disciplina ama il fare pittorico, la componente artigianale, quell’attitudine che ti fa scavare sottopelle i materiali di cui è composta l’opera C’è il gusto di confrontarsi con la materia che ne costituisce il corpo, la tela, il gesso, le colle, gli intonaci ed infine i colori le vernici ecc. È quasi conseguente che con questo tipo di approccio “antico““, sia approdi alle tecniche dei maestri del passato, i buoni maestri che ci consegnano la vera arte da secoli, gli artigiani a volte umili della pratica e della conoscenza del fare pittura. Ecco quindi l’interesse di Gabriella Rossi per l’ Affresco, la tecnica più antica, quella forse più in antitesi con i nostri standard consumistici, la tecnica del tempo, lenta per preparazione veloce in esecuzione, ma da sempre la più adatta a sfidare i secoli. Stiamo parlando di affresco, un campo dove non ci si improvvisa, dove serve il rispetto per i procedimenti, per i tempi e per i materiali, dove alcuni colori si possono usare altri no, la calce dall’intonaco non li accetta tutti, un campo dove bisogna saper stendere un intonaco con perizia e con decisione e maestria procedere con linee e colori un po’ co me nell’acquarello. Ho parlato a lungo di questo modo di intendere la pittura di Gabriella Rossi, anche per rendere conseguente il fatto che i soggetti trattati dalla stessa sono coerenti con la storicità dei metodi e delle tecniche, quindi prevalentemente la figura umana a volte contemporanea come nei bellissimi ritratti o esasperata come espressionatamente nelle forme ingigantite delle “ Big ladies” altre volte mitizzata nella riscoperta di un tempo sospeso e antico fino alle origini dell’arte eterna come il Mito. È necessario avere basi tecniche solide per affrontare un simile linguaggio. Necessita la padronanza di un disegno robusto e potenza di chiaroscuro abbinate a un gioioso senso del colore, caratteristica che si percepisce anche nelle realizzazioni monocrome su scale di toni neutri, quando attraverso scale di grigi la nostra autrice ci restituisce la resa di particolari sculture, fregi decorativi o statue classiche spesso usati come citazioni di un mondo ideale, nostalgia di una età dell’oro dell’arte per noi ormai troppo spesso Tale.
ANTONELLO RIOMMIGabriella ha saputo rappresentare la sottoscritta in un modo cosi' preciso che le parole sarebbero riduttive.Questa grande artista non ha riprodotto solo la mia immagine ma anche l' anima vibrante che c' e dietro. Brava!
ANNA MARIA BRAZZO', curatrice arte e culturaNegli anni ’60 a casa di mio suocero Antonio Russo, mi capitava spesso di essere a cena con Giorgio de Chirico. Io, ancora giovane ed ancora poco pratico del lavoro che stavo appena iniziando, lo intrattenevo con noiosi e ripetitivi discorsi sulle tecniche pittoriche citando sempre la sua preziosa trementina ed altri diluenti. Una sera in modo cortese e bonarioma con una leggera vena di seccatura mi ha interrotto dicendomi “ molti conoscono queste tecniche ma soltanto io so usarle da pictor optimus”.Più di dieci anni dopo sono caduto nella stessa brutta figura. Mentre alla Gradiva di Roma stavo allestendo la mostra dei preziosi Studi per i suoiaffreschi di Montecassino ho chiesto ad Annigoni notizie sulla tecnica dello spolvero. Poche parole e poi anche Lui un po’ seccato “ non basta conoscere le tecniche, è necessario saperle usare” . In seguito sono stato molto più attento e per quasi quarant’anni non ho più parlato e scritto di tecniche pittoriche. È anche vero che sono stato molto aiutato dal fatto che in questo lasso di tempo hanno avuto vertiginosi successi linguaggi pittorici rubacchiati al mondo della fotografia che negli anni 50 e 60 ha goduto di una forte evoluzione tecnologica. Solarizzazione, tela emulsionata e in questi giorni stampa digitale su qualsiasi tipo di supporto, insieme a molti altri sono termini traslati in pittura senza rumore alcuno. Forse per tutti questi motivi quando mi è capitato di vedere in questi giorni alcune opere realizzate su fondo murale mediante l’antica tecnica dello spolvero mi è venuto spontaneo pensare “questo è un pazzo”. No, era una pazza. Gabriella Rossi. È come se si fosse presa eroicamente sulle proprie spalle l’onere di dire a tutti “si può anche dipingere con questa tecnica”. Se ne sete capaci (aggiungo io).In questa dura battaglia, per coerenza linguistica ha chiesto aiuto ad una scelta contenutistica di carattere epocale. Sono tutti Eroi pronti a combattere, pronti a starle vicino nel momento dello scontro diretto. Viene da pensare a cosa potrebbe succedere esponendo in una parete museale queste opere vicino a certe cose che tuttora affollano i nostri Spazi Istituzionali. Il Novecento, al quale sentiamo ancora di appartenere nonostante lo smartphon in tasca, ha creato molti equivoci e anche irritanti interrogativi sulla pittura ai quali a causa dei molti interessi ancora ad essi legati, è prematuro rispondere con serenità. Intanto allora, godiamoci la pittura di Gabriella Rossi che ha saputo guardare indietro con coraggiosa spontaneità e cosciente sicurezza delle sue scelte, del suo mestiere, della sua sensibilità per essere nel suo presente con la certezza di aver posto la sua Arte sopra basamento mai consumato dal tempo: IL MITO.
ROMANO PETRUCCIMYTHOS Il contenuto fondamentale dell'arte classica è il "mito". La maggior parte dei nudi classici nei musei sono stati scolpiti nel marmo in epoca romana, come riproduzioni degli originali in bronzo. Gabriella Rossi si esercita tecnicamente a perfezionarsi in rappresentazioni pittoriche di questo concetto di bellezza umana, i miti di questa cultura passata sono destinati ad essere continuamente riscoperti. La Rossi si pone come anacronista riproposta del trionfo di forme nobili e di sensualità. La pittrice realizza i quadri nel ricordo dell’arte emotiva, sensuale e teatrale. C’è un tragico pathos in questa presente produzione. Le immagini degli dei e degli eroi greci sono di ispirazione a Gabriella e dipinge nuovi dei, che vediamo raffigurati in confronto con storiche immagini ideali di attività o virtù umane: la sapienza e la cultura (Atena), la poesia (Febo), la bellezza (Afrodite), l'abilità nei traffici (Ermes), il valore guerriero (Ares), l'autorità (Zeus); ed una splendente legione di semidei, ninfe ed eroi. Il realismo dell'arte greca, qui accennato si distacca dalle finalità dell’arte contemporanea non è una concezione dell'arte come espressione di tutta la comunità, permea il mondo degli dei. Il mondo degli dei e degli eroi è speculare al mondo degli uomini i quali attraverso il mito e l'arte giungono alla comprensione di se stessi e del mondo: questa funzione dell'arte è anche in Gabriella Rossi, ricerca un armonico rapporto con il mondo, con la natura e con il divino, rievoca l'età di un apogeo estetico e culturale nata, come modello perfetto e irripetibile da adottare come ideale senza tempo. La produzione artistica della Rossi raggiunge un particolare livello anacronistico in cui la manifestazione di emozioni e sentimenti è contenuta in forme di controllata razionalità e dotate di armonia, in grado di essere presi anche come modelli. I
MARCO CAGNOLATIPasquale Di Matteo, Critico d’Arte.
Gabriella Rossi è un’artista che strizza l’occhio a tecniche del passato, per cavalcare il presente in maniera originale e controcorrente.
Nell’era dell’immagine che si brucia in pochi attimi, dello strato apicale delle cose e della volatilità dei concetti, sgretolati da mode e stereotipi, la Rossi focalizza l’attenzione sulla cultura antica, su quella greca e quella romana.
Un aspetto non di poco conto, ma, al contrario, peculiare di una pittrice che denuncia la deriva dell’umanità, per la quale sembra auspicare una nuova possibilità, che, tuttavia, non può prescindere da un nuovo anno zero da cui ripartire.
E, allora, ecco che le immagini degli dei e degli eroi greci diventano protagonisti in Gabriella Rossi, che li fa propri, per donarli al mondo, per rispolverare valori e virtù soppiantati dagli eroi effimeri del nostro tempo, ottriati ogni giorno dai media: la bellezza torna a essere impersonata da Afrodite; la sapienza e la cultura, da Atena; la poesia, da Febo; il valore e il coraggio del guerriero, rivivono attraverso Ares; la giustizia, la sapienza e la responsabilità dell’autorevolezza, in Zeus.
Una passione per l’antichità, e soprattutto per gli Dei, che risvegliano la coscienza di un mondo in cui il rispetto per l’infinito, per il creato e per la spiritualità sono sempre meno profondi e più vacui.
Ciò non tanto per una più ampia cultura filosofica e storica, bensì per la sostituzione grave e perniciosa di dei immaginari e valorosi con pezzi di carta a cui attribuiamo potere immenso.
Nella società del progresso esasperato del nostro tempo, gli dei che facevano del valore, del rispetto e delle proprie qualità sovrannaturali, che mettevano a disposizione di tutti, motivo per cui essere idolatrati, per cui divenire esempio per l’umiltà degli uomini, sono stati soppiantati da nuovi eroi che sono tali in base al possesso di oggetto e alla quantità di denaro posseduta.
Allora, Afrodite è la ragazza svampita che indossa un gioiello costoso, Ares, invece, il modello dalla dentatura perfetta che guida l’auto del momento, mentre l’imprenditore di successo diventa Zeus.
Attraverso la sua arte, e mediante la ricerca, la dedizione e lo studio di tecniche pittoriche del passato, Gabriella Rossi rappresenta un mondo dimenticato, ma che è stato fondamento per lo sviluppo della società contemporanea, fino allo svilimento dell’era attuale, in cui persino la moneta diventa elettronica e virtuale.
L’arte di Gabriella Rossi è un’arte figurativa di raffinata qualità stilistica, ma la cui elevata espressione artistica esula l’apicalità del senso estetico, scivolando nello straripante potere comunicativo della sua lezione di vita, un monito verso chi è incastrato nel nostro tempo, affinché ci si riappropri di valori perduti, tornando a coltivare l’essenza e lo spessore dell’anima, senza soffermarci sulla banalità dell’immagine, che può semplicemente appagare il senso visivo.